sabato 30 dicembre 2017

Empty Egizio


La Pesatura del Cuore





Le ambientazioni notturne in luoghi d'arte tingono l'atmosfera di mistero, caricano le aspettative di scenari che affondano in epoche lontane e si intrecciano ai toni più gialli della narrazione.
Tutti ricordiamo la notte al cardiopalma all'interno delle sale del Louvre, i misteri che scorrevano tra le righe de "Il Codice Da Vinci", tra gli enigmi che si celavano metaforicamente e non, dietro "La Gioconda" e "La Vergine delle Rocce". Stessa location, ma con sensazioni differenti nella celebre corsa tra le sale del Louvre dei protagonisti di "Bande à part", ripresa anni dopo a tinte più erotiche da Bertolucci in "The Dreamers". Perfino la fantascienza hollywoodiana ne carpisce il magnetismo quando porta a far rivivere gli animali preistorici in "Una notte al museo".

La Galleria dei Sarcofagi



















































Galleria dei Re




Il Museo Egizio di Torino ha aperto le porte per alcuni fortunati la notte del 18 novembre, in un percorso che traccia la storia più misteriosa e accattivante di Anubi, per gli antichi egizi il Dio della mummificazione e del mondo dei morti, per ripercorrere in un racconto visivo, tra teatralità sogno e immaginazione la "Pesatura del Cuore". 
La Psicostasia altrimenti detta Pesatura del Cuore dal libro dei morti, mostra come Anubi fosse impegnato nell'operazione della pesatura del cuore, ovvero determinare se l'anima in fase di giudizio fosse degna di accedere nel regno di Osiride.
Gli antichi egizi credevano che all'inferno il cuore venisse pesato su di una bilancia custodita dallo stesso Anubi e quindi sottoposto a Psicostasia nella "Sala delle due verità".
Su di un piatto veniva adagiato il cuore, nell'altro piatto andava adagiata una piuma bianca, simbolo di purezza. Il cuore che era considerato la sede dell'anima non veniva asportato durante la mummificazione, come avveniva per tutti gli altri organi, ma rimaneva aggrappato allo sterno per il giudizio finale.
Se al momento della pesatura il peso del cuore bilanciava il peso della piuma, il defunto nella sua vita terrena aveva condotto una vita corretta e virtuosa, e quindi degno di essere condotto nel regno della beatitudine eterna di Osiride. Nel caso in cui il peso del cuore superava quello della piuma il defunto aveva condotto una vita di peccati e costretto a trascorrere l'eternità negli inferi col cuore che veniva dato in pasto al mostro Ammit.

Ultimo piano del museo (@luccico a rappresentare il cuore)

Ultimo piano del museo (@marikamarangella, @ruggero_falone)

Sala dei sarcofagi



Il Museo Egizio di Torino traccia la strada per Menfi e Tebe, è lo stesso Champollion, il primo a decifrare i geroglifici a carpirne l'inestimabile valore, dato dai fasti dei reperti posseduti e dalla magnificenza degli interni.
Di notevole pregio la statua di Ramesse II, che lo raffigura in tutta la sua prestanza fisica, sposo della regina Nefertari, una delle più simboliche dell'antico Egitto. Lo stesso Champollion che vedeva la statua ogni giorni per sei mesi di fila, la descrive come una folgorazione giornaliera, l'Apollo del Belvedere Egizio.

Ramesse II

Alcuni resti della tomba di Kha, architetto del faraone Amenhotep III, la cui scoperta è dovuta all'archeologo Schiaparelli nel 1906.

Tomba di Kha (@rodvaveloce)

La Galleria dei Sarcofagi
, che ospita al secondo piano alcuni fra i più bei sarcofagi dal 1100 al 600 a. C. molti dei quali restaurati presso il Centro di Restauro della Venaria Reale.



Lasciatevi ispirare da un percorso visivo tra le sale del Museo seguendo il tag #EmptyEgizio su Instagram.







venerdì 29 dicembre 2017

Viaggiare per borghi Abruzzo




I bagagli son già disfatti, pronti per la prossima destinazione, le schede sd piene da svuotare e i rullini degli smartphone da riavvolgere, su di essi impresse diapositive di un viaggio fatto a pochi km da casa.Sì, perché Il MiBACT proclama il 2017 come anno dei borghi, col fine di valorizzare il patrimonio artistico, culturale, naturale ed umano dei borghi piena sintesi del turismo lento e detentori di un inestimabile patrimonio di arte, tradizioni, enogastronomia e qualità della vita. Così il tag del progetto e challenge di Igersitalia su Instagram, #viaggiareperborghi, (qui il mio post) assume i connotati di una destinazione, l'Abruzzo, e diventa #viaggiareperborghiabruzzo.#viaggiareperborghiabruzzo traccia un itinerario cucito addosso sulla mappa di un Abruzzo autentico fatto di borghi medievali montani, roccaforti di antichi valori storici che hanno contraddistinto la regione abruzzese, e borghi marinari lungo la Costa dei Trabocchi, custodi di lontane e longeve tradizioni marinare. L'arte medievale dei borghi montani, così come la Pasta e la natura di Fara San Martino, lo Zafferano di Navelli e la tradizione dei trabocchi diventano un unico filo conduttore per dare una nuova chiave di lettura ad un progetto che ha scelto come destinazione finale l'Abruzzo. Un racconto visivo a sei voci nella regione, forse unica in Italia, in cui il passaggio dalle più alte cime dell'appennino all'adriatico è dolce e immediato, scandito da sinuose colline che come un lungo abbraccio avvolgono il mare. 


Santo Stefano di Sessanio




La ricercata eleganza del vivere lento e il vivido contrasto con ciò che nel tempo si è fermato, Santo Stefano di Sessanio è tutto ciò, incastonato tra scorci medievali incantati e paesaggi modellati da morbidi monti che ne fanno la porta d'accesso a sud del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Il piccolo borgo dell'aquilano antica roccaforte dei Medici era il centro di produzione della lana carfagna che da Santo Stefano di Sessanio veniva poi venduta in tutta Europa.






Nei decenni il borgo di poco più di cento anime ha visto la sua popolazione diminuire in maniera progressiva, il recente terremoto de L'Aquila non ha di certo facilitato le cose, ma il turismo negli ultimi anni è in netta ripresa grazie anche ad opere geniali e sorprendenti come l'albergo diffuso Sextantio ad opera dell'architetto milanese Daniele Kihlgren innamoratosi del piccolo borgo durante un viaggio in moto. Kihlgren porta in Abruzzo il concetto dell'inedificabilità, ovvero il rispetto di ciò che già c'è, l'uso di materiali locali e il non costruire nulla, rimettendo in sesto vecchie abitazioni trasformandole in dimore di lusso conservando gli arredi di un tempo.










Rocca Calascio



I 1450 metri di altitudine e gli ultimi metri da percorrere a piedi per raggiungere la Rocca li senti tutti nelle gambe e nel fiato corto, ma la bellezza che si prospetta negli scenari unici dei monti della Laga, del Gran Sasso e della Piana di Navelli ammutoliscono persino l'acido lattico e la fatica. La Rocca di Calascio fa parte del piccolo borgo di Calascio, famosa per uno dei castelli più ad alta quota in Italia, uno dei quindici più belli al mondo secondo il National Geographic. La definizione di castello si confà appieno all'imponenza della struttura, anche se la storia ne trae una funzione da torre di avvistamento che svettava e comunicava con le altre torri della zona, fino all'adriatico.

Oggi la Rocca è uno dei siti turistici più visitati in Abruzzo e set cinematografico per film come "Lady Hawke" e " The American" con George Clooney.




Navelli



"So quello che serve! Zafferano! Lo zafferano è quello che ci vuole" escama il piccolo topo Remy, e frugando con le sue zampette nel portaspezie finalmente ne trova una boccetta : " ahhhh Zafferano de L'Aquila, italiano, Gusteau dice che è eccellente!". Lo zafferano che il piccolo Remy cercava per insaporire il suo funghetto nelle primissime scene di "Ratatouille" era proprio il pregiatissimo Zafferano del borgo di Navelli, oro rosso d'Abruzzo. Oro non per la sua colorazione, ma per il suo immenso valore. Un po' di numeri? Ce li da Alfonso Papaoli, uno dei maggiori produttori di Zafferano di Navelli che abbiamo seguito durante una mattinata di raccolta. Sono necessari circa 200.000 fiori per estrarre con pazienza certosina i pistilli per ottenere 1 kg di Zafferano, del costo di circa 20.000€, per una piana, quella di Navelli, che ogni anno produce poco più di 40 kg di purissimo Zafferano. 
Navelli non è solo Zafferano, è anche un grazioso borgo medievale fatto di strade e vicoli impreziositi da chiese in architettura barocca e rinascimentale. 







Fara San Martino



L'acqua che dalle cime della Majella scende a valle lungo il letto del fiume Verde è un'acqua purissima, limpida, tange il piccolo borgo di Fara San Martino, e in un connubio sapiente e perfetto viene amalgamata e impastata con le migliori semole per produrre l'ottima Pasta che rende Fara San Martino patria italiana della Pasta. Una pasta che da decenni esporta in tutto il mondo, fiore all'occhiello di questa produzione è il piccolo pastifico del Cav. Giuseppe Cocco che dal 1944 dopo la guerra segue le orme del padre, mastro pastaio, recupera tra le macerie della guerra i macchinari utilizzati dai pastai e con gli insegnamenti del padre e i suoi ricordi d'infanzia fervidi nella sua memoria, inizia a produrre quella che oggi è una delle paste artigianali più buone, facendo leva su pochi, ma essenziali elementi: acqua, grano, aria e lavorazione. Voce narrante della storia di famiglia è la giovane Elisabetta Cocco che ci accompagna nello stabilimento seguendo con noi le fasi artigianali di produzione del prodotto d'eccellenza della Fara.








Siamo nel versante orientale del Parco Nazionale della Majella e Fara San Martino costituisce una delle porte d'accesso al Parco con un valico che sembra disegnato in un territorio lontano nel mondo, ma la geografia come avviene in questi casi, ci sorprende e ci ricolloca in Abruzzo. Le Gole di San Martino, un percorso nella roccia più dura e imponente che secondo la leggenda fu scavata proprio dal Frate Martino con la sola forza delle braccia per far strada ai fedeli, tracciando un percorso che conduce al cuore della Majella fino al Monte Amaro, e sul tracciato, nei pressi delle gole, i resti di un'abbazia benedettina dell'anno 1000, un cammino passo dopo passo fatto con Majexperience.




Costa dei Trabocchi




"Il trabocco, quella grande ossatura biancastra protesta su la scogliera..forma irta e insidiosa in agguato perpetuo, pareva sovente contrastare la benignità della solitudine. Ai meriggi torridi e ai tramonti prendeva talora aspetti formidabili", "…fin negli scogli più lontani erano conficcati pali a sostegno dei cordami di rinforzo; innumerevoli assicelle erano inchiodate su per i tronchi a confortarne i punti deboli. La lunga lotta contro la furia del flutto pareva scritta su la gran carcassa per mezzo di quei nodi, di quei chiodi, di quegli ordigni. La macchina pareva di vivere di una vita propria, aveva un’aria e un’effige di corpo animato"  così D'Annunzio, lo scrittore abruzzese parlava dei trabocchi ne "Il trionfo della morte", macchine imponenti con le lunghe braccia protese verso il mare a mo di abbraccio, sospesi tra mare e cielo. I trabocchi, antiche macchine da pesca, oggi per lo più ristoranti di specialità marinare, danno il nome alla Costa dei Trabocchi, un territorio unico nella provincia di Chieti compreso tra Ortona e Vasto. Viaggiare per Borghi tocca due borghi cuore della Costa dei Trabocchi, Rocca San Giovanni e San Vito Chietino, due località con una tradizione marinara scritta nei secoli e sancita dall'opera delle autentiche macchine da pesca, come il Trabocco Punta Cavalluccio, ultima sosta del nostro viaggio. Di proprietà della famiglia Verì, oggi il giovane Tommaso fa rivivere con la sua ristorazione l'atmosfera marinara ancorata in mare che solo un trabocco sa trasmettere.





Un viaggio che termina è come un libro che si chiude a fatica, perché quando la lettura è avvincente, il distacco dall'ultima pagina non è mai semplice. Un grazie a chi ci ha aiutato a sfogliare il nostro libro pagina dopo pagina: 

- Sextantio, Santo Stefano di Sessanio
- Tisaneria Sextantio, Santo Stefano di Sessanio
- Azienda Alfonso Papaoli, Navelli   
- Pastificio Cav. Giuseppe Cocco, Fara San Martino
- Majexperience - Cooperativa "La Porta del Sole", Fara San Martino
- Trabocco Punta Cavalluccio, Rocca San Giovanni
- Abruzzo Promozione Turismo, Visit Abruzzo