giovedì 19 maggio 2016

Mostar, un ponte sul futuro

Mostar

La storia ci insegna che tutti gli accadimenti del passato siano stati scritti per lasciare un segno nelle attuali e prossime generazioni, perché tutto quello che di cattivo e spietato è stato compiuto verso popoli, minoranze, non possa mai più ripetersi.
I Balcani negli anni 90 hanno scritto un capitolo importante della storia contemporanea, la guerra al suo interno ha sancito degli strappi tra le diverse etnie presenti e ridisegnato le cartine geografiche in seguito al dissolvimento dell'ex Repubblica Jugoslava.
La proclamazione d'indipendenza della Bosnia-Erzegovina ha portato le truppe jugoslave, serbe e montenegrine ad invadere nell'aprile del '92 la piccola cittadina di Mostar e porla in uno stato di assedio.
L'assedio si è protratto per diversi mesi fino a quando i croati bosniaci e i bosniaci musulmani riuscirono a respingere le truppe jugoslave.
In questo clima di odio, un altro odio ancor più profondo si insinuò nella piccola cittadina, iniziò infatti lo scontro tra i croati bosniaci e i bosniaci musulmani per il controllo di Mostar. Cosa spinse due etnie che per anni avevano convissuto pacificamente a dichiararsi guerra l'un l'altro è qualcosa che andrebbe studiato nella sociologia e nella storia. Il culmine di questa guerra civile arriva il 9 novembre del '93 quando un colpo di mortaio croato distrugge lo Stari Most, il vecchio ponte, simbolo della città. I lavori per la ricostruzione iniziarono subito dopo e nel 2004, il ponte è stato interamente ricostruito e riconsegnato alla città.
Se siete dei viaggiatori backpacker come me e arriverete a Mostar in treno o in autobus, io sono arrivato da Sarajevo (ve ne ho parlato qui), l'impatto sarà molto forte.
Il centro storico di Mostar dista circa 15 minuti di cammino dalla stazione e il primo approccio l'avrete con la zona residenziale della città. Nonostante sia terminata, la guerra continua a vivere anche dopo la deposizione delle armi, la vedrete negli edifici sventrati dalle granate e non ricostruiti, nei fori nei muri dovuti ai colpi di mitraglia dei soldati che rincorrevano quelle che sarebbero state le vittime del massacro.




Giungerete sul primo ponte della città e sotto i vostri occhi le verdi acque del Fiume Neretva che divide in due Mostar.



Da una parte i musulmani, ortodossi e cattolici dall'altra, il ponte era lì, congiungeva da una parte all'altra, senza odio o particolari antagonismi le etnie, che vivevano e morivano assieme. 
I ponti servono a questo, a creare un collegamento, metafora di un congiungimento tra due pensieri, due opinioni, due esseri umani, dove non arriva la natura a collegare due sponde ci pensa l'uomo che ne costruisce uno. 
Cosa ben diversa sono i muri, quelli quando si alzano gettano il silenzio e da una parte all'altra s'insinua l'odio. 
Non è un caso che il colpo di mortaio croato fece crollare lo Stari Most, ciò che aveva unito, ora doveva dividere. Nonostante il ponte sia stato ricostruito e la guerra terminata, molti rapporti sono ancora incrinati, lo sa bene la popolazione di Mostar che nella guerra ha perso parenti, amici, morti sotto le macerie, ma anche annientati dall'odio che ne è scaturito.
Mostar è questo, un tuffo nella storia che scorre lungo la Neretva, sarà lei a guidarvi per la città, sarà sempre al vostro fianco a farvi compagnia quando percorrete le strade acciottolate del centro, mentre passeggerete per le strade piene di bazar e negozietti tipici, fino a scendere al di sotto del nuovo Stari Most, imponente, slanciato nei suoi 30 metri.


Torre Nara
Parte integrante dello Stari Most è la Torre Tara, la torre di fortificazione in passato deposito munizioni, oggi invece ospita il circolo dei tuffatori. I tuffatori di Mostar sono i giovani del paese che si lanciano dai 30 metri del ponte nelle acque della Neretva per guadagnare qualche soldo. Li troverete a tutte le ore del giorno in estate, con qualche loro amico che vi porgerà il cappello in cui far calare i vostri marchi convertibili.




Kriva Cuprija
Chiamato anche Ponte Storto, anche esso fu abbattuto durante la guerra e ricostruito. Inciampare nei suoi scalini molto particolari sarà normale, soprattutto se intenti a guardare il panorama che vi si prospetta in ambo i lati.





Come arrivare a Mostar?
Per chi viaggia zaino in spalla come me ci sono diversi collegamenti all'interno della Bosnia e con la vicina Croazia.
Se vi trovate a Sarajevo vi consiglio di prendere il treno, in circa due ore sarete a destinazione.
Da Split in Croazia, uno dei principali porti della nazione, recatevi alla stazione degli autobus, li ci sono diversi collegamenti ogni giorno, non serve prenotare.

Come ho fatto già a Sarajevo, anche a Mostar mi sono unito al Free Walking Tour della città, l'ho fatto coi ragazzi che soggiornavano nel mio Ostello, l'Hostel David, ve lo consiglio per il prezzo, 10euro per notte, in cui è inclusa una ricca colazione. I proprietari sono simpaticissimi e gentilissimi. Disponibile inoltre un'escursione in giornata nel parco tra Mostar e Medjugorie.

Mostar è quel posto che per tutta la vita continuerà a mancarvi, il posto in cui capirete più di ogni altro il valore di un rapporto umano, come curarlo nel tempo, anche dopo un allontanamento saprete che esistono i ponti per ricongiungervi. Mostar ha rimesso in piedi il suo ponte, perché non noi?
E' stato un arrivederci, di questo ne sono certo.













lunedì 16 maggio 2016

Sheradill, la nuova frontiera tutta social per i viaggi di lusso



Chi mi conosce sa che il mio modo di viaggiare è quasi sempre in solitaria e in maniera molto semplice: il mio backpack 35 litri col quale riesco a stare fuori casa anche 3 settimane, sistemazioni molto friendly come ostelli, dove riesco a integrarmi perfettamente con altri viaggiatori come me.
Ho sempre fatto così e le amicizie strette negli anni durante i miei viaggi sono sempre aumentate.
Per Parigi ho raccolto l'invito di Laura Manfredi e con lei ho provato l'esperienza Sheradill.
Sheradill è un nuovo modo di viaggiare e soggiornare in hotel di lusso in destinazioni da sogno usando la condivisione sui propri social.
Come funziona? E' semplice, bastano poche mosse e sarete pronti per partire:
  • Entrate su sheradill.com e scegliete la vostra destinazione preferita, ce ne sono molte con tempi di soggiorno già impostati e non modificabili.
  • Fate login col vostro account Facebook o Twitter e iniziate le condivisioni come suggerito nei passi del sito.
Questo video vi spiega cosa fare:


Con le condivisioni che attuerete riuscirete ad avere uno sconto molto consistente sul costo del pacchetto iniziale, già scontato da Sheradill. Provare per credere!
Per il nostro viaggio a Parigi io e Laura abbiamo optato per l'Hotel Balmoral, un 4 stelle di gran lusso vicinissimo all'Arc de Triomphe.




Cosa fare a Parigi in poco tempo ve lo dirò prossimamente!
Per ora provate Sheradill!

venerdì 13 maggio 2016

#InvadiamoIlBosco: le Invasioni Digitali green


Liberare la cultura, questo il motto delle Invasioni Digitali, movimento italiano che ogni anno, per circa due settimane l'anno in primavera, apre edifici, musei, palazzi storici e li mette a disposizione di chi ama la cultura e voglia condividerla sui propri canali social, quella che viene chiamata "invasione pacifica".
L'anno scorso la community che gestisco, Instagramers Chieti, ha invaso pacificamente il Castello di Semivicoli a Casacanditella.
Quest'anno invece l'invasione è stata molto particolare, un'invasione green, all'interno della Riserva Naturale del Bosco di Don Venanzio a Pollutri, a nord di Vasto. Da qui nasce #invadiamoilbosco.
Protetto con l'istituzione della Riserva Naturale, il Bosco di Don Venanzio è un esempio di foresta in pianura sulla costa adriatica. Con estensione sugli 80 ettari, si sviluppa su una serie di terrazzi fluviali progressivamente decrescenti.
La flora al suo interno è molto particolare, nell'ultimo terrazzo a ridosso del fiume possiamo trovare Ranucoli, Sedano d'acqua, Brasche ed altre specie di piante igrofile. Di particolare interesse la presenza di specie vegetali montane come il bucaneve, a testimonianza che il clima della zona era nettamente differente da quello di oggi. (Fonte: www.trignosinelloturismo.it )
La fauna presente è costituita da picchio verde, picchio rosso maggiore e il mezzano.
La casina del bosco, una volta cascina di caccia della famiglia D'Avalos oggi è il Museo del Bosco, con installazioni, cartine dei sentieri, e pannelli ben dettagliati su flora, fauna e funghi del bosco.



#invadiamoilbosco è stata un' occasione speciale per condividere momenti con alcuni membri della community della provincia di Chieti, e come ogni momento di condivisione che si rispetti va deliziato con una tavola imbandita con del buon cibo, vino e delizie. Così è stato. 


martedì 10 maggio 2016

Torino e l' #EmptyValentino


Le cose belle accadono per caso, e come tali sono frutto di un pensiero del tipo "e se provassimo a fare..?". E' accaduto così con l' #EmptyValentino dello scorso 20 febbraio, ideato con gli Instagramers Torino e altri miei amici Instagramers.
Un fenomeno quello dell' #Empty, che cattura la bellezza di strutture, musei, a porte chiuse, nato dall'idea del fotografo statunitense Dave Krugman che nel 2013 riesce ad ottenere il permesso di fotografare, con altri instagramers, il Metropolitan Museum of Art di New York durante le ore di chiusura. Da lì il tag #EmptyMet corre veloce in rete, diventando un successo mondiale.
Altri #Empty sono seguiti, a Londra alla Royal Opera House, al Guggenheim di New York e il recente in Fondazione Prada a Milano lo scorso anno.
Il nostro #Empty tutto italiano è all'interno del Castello del Valentino a Torino, un'apertura straordinaria solo per noi.
Le origini del suo nome sono incerte, il primo documento certificato attorno al 1330 parla di Vallantium, per via del territorio non pianeggiante. Altri invece fanno risalire il nome a San Valentino le cui reliquie sono conservate dal 1700 nella vicina chiesa di San Vito.
Il Castello del Valentino all'interno del parco del Valentino è dal 1997 sito UNESCO, proprietà del Politecnico di Torino e sede dei corsi di laurea in Architettura.

Corridoio che dal "Salone d'Onore" percorre la parte destra del castello

Ingresso del Piano Nobile

Castello del Valentino

Particolare della "Stanza delle Rose"





Il nostro Empty è proseguito per il borgo Medievale del Castello e questa la sua vista dall'altra parte del Po.




L'empty è stata un'occasione per esplorare la città di Torino in alcuni dei suoi scorci non turistici, quello dalla Cavallerizza Reale è senza dubbio uno dei miei preferiti. La Mole che fa capolino dalla finestra del pianerottolo dello stabile lascia di stucco.



Una foto pubblicata da Ruggero Falone (@ruggero_falone) in data:

Se cercate un posto in cui soggiornare a Torino vi consiglio il Duparc Suites,  struttura vicinissima al centro della città, dotata di diverse suites al cui interno tutti i comfort possibili ed inimmaginabili. Con collezione d'arte privata e oggetti di design, è un posto in cui sentirsi ospite e non cliente.


Letteratura di Design all'ingresso del Duparc Suites

mercoledì 4 maggio 2016

#MyGarganoExperience e la destagionalizzazione del Turismo in Gargano


Tutti conosciamo il Gargano e le sue bellezze, le sue spiagge incontaminate, la natura selvaggia dei suoi parchi e il suo ottimo cibo. Il Gargano è una terra che vive prevalentemente in estate, quando le sue località balneari vengono invase da turisti da tutta Italia e non solo.
Il #MyGarganoExperience ha avuto come mission la destagionalizzazione del turismo in Gargano, incentivarlo nei mesi autunnali della bassa stagione, quando l'affluenza dei turisti è minima.
Secondo il Sole 24 Ore la destagionalizzazione è trainata dai micro-eventi delle varie aree, senza considerare che la mancata apertura nei mesi di bassa stagione non permette di diluire i costi fissi, ma tende ad incrementare le tariffe nell'alta stagione.
L'Instagram Tour #MyGarganoExperience è stato un progetto articolato in tre fine settimana, in cui 15 digital influencers, 5 per ogni weekend, hanno raccontato coi loro scatti questa terra attraverso le esperienze programmate per loro dal GalGargano, Instagramers Puglia e WeAreInPuglia, promotori dell'iniziativa.
Io ho preso parte al primo weekend, "Relax in Campagna", dal 1 al 5 ottobre 2015, un finesettimana in cui vivere le esperienze in campagna nelle varie masserie del Gargano con la scoperta dei luoghi limitrofi.
Le masserie coinvolte e i luoghi visitati sono stati:
Vi parlerò di questa terra tutta da scoprire tramite le mie esperienze in alcuni di questi posti.

Agriturismo Falcare
In un altopiano nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, è stata la nostra prima base. Accolti dal calore della signora Dina che con tanto affetto e trasporto ci ha narrato delle vicende della sua famiglia e della raccolta dei lupini a lei molto cari.
Il cibo in questa azienda bioagricola meriterebbe un riconoscimento per la genuinità e il gusto.
Panorama dinnanzi l'agriturismo Falcare
Siamo in Puglia e come primo pasto non potevano mancare le Orecchiette, la signora Dina le ha condite con pomodoro e gratinate al forno.
Orecchiette gratinate in forno

Protagonista indiscusso dell'esperienza da Falcare è stato il Caciocavallo Podolico ottenuto da latte di vacche podoliche. Abbiamo avuto la possibilità di assistere a tutte le fasi della preparazione, dalla mungitura alla lavorazione delle forme. Il caciocavallo è un formaggio semiduro a pasta cotta e filata fresco o stagionato, la pasta è di colore bianco tendente al giallo. Il suo latte proviene da bovino podolico che discenderebbe dai primi bovini allevati nel sud Italia. 

Vacca Podolica
Preparazione della pasta filata del Caciocavallo
Caciocavallo podolico pronto per la stagionatura
La degna conclusione del nostro soggiorno da Falcare è stata questa tavolata..

Tavolata finale a base di caciocavallo e salumi



A conclusione siamo stati allietati dai Cantori di Carpino coi loro canti a ritmo della tarantella carpinese e della chitarra battente. Con loro il direttore artistico del Carpino Folk Festival, nato negli anni 90 e diventato il secondo festival per importanza in Puglia.







Ottimo inizio per il #MyGarganoExperience, se capitate in zona fate un salto da Falcare, ne sarete entusiasti.





Agriturismo Biorussi
La seconda esperienza si è svolta tra gli ulivi nella piana di Carpino, nell'azienda Biorussi, dalla terra alla tavola il loro motto, in effetti la prima cosa fatta è stata la raccolta delle verdure per il pranzo: peperoni, melanzane..e olive. Esatto proprio raccolta olive nei loro oliveti con attrezzature all'avanguardia nel campo della meccanica.

Olive dell'azienda agricola
Peperoni raccolti nell'orto
Il pranzo è stato preparato da noi con l'aiuto delle signore dell'azienda e protagonisti della tavola sono stati i prodotti del Gargano:
  • La farina di grano arso ottenuta dalla macinatura del grano rimasto nei campi dopo la mietitura e la bruciatura delle stoppie. Il grano veniva raccolto, macinato e miscelato ad un quantitativo esiguo di farina acquistata. Un tempo la povertà non permetteva l'acquisto di grandi quantitativi di farina e i contadini si arrangiavano in questo modo. Con l'abbattimento dei costi la farina è diventata accessibile ai più e il grano arso è stato messo da parte. Riscoperto negli ultimi anni per la preparazione di primi e pane. Nel nostro caso abbiamo realizzato le "Strascinate", tipico primo pugliese.

  •  Olive dolci fritte, della varietà "nolche" o "amele" mature per il mese di ottobre, vengono buttate in padella con dell'olio caldo e spadellate
Olive dolci pronte per la frittura

  • Le Fave di Carpino, presidio Slow Food da qualche anno, sono ottime per la cottura e dalle alte proprietà nutritive. Le abbiamo assaggiate in zuppa con della zucca gialla. Ottime!
Questi gli scatti del nostro banchetto finale:


Zucca, Fave di Carpino con zucca, olive dolci fritte e peperoni al forno con patate
Con l'attenzione per i prodotti della terra e le sapienti mani delle donne in cucina, Biorussi è un ottima esperienza nell'autunno del Gargano.





Cagnano Varano
Uno dei centri abitati più importanti del Gargano, caratterizzato da architettura arabeggiante, vicoli molto stretti e abitazioni bianche vicinissime tra di loro per ripararsi dai freddi venti invernali.
Le case sono costituite per metà da grotte e il restante da pietra saldata con calce.






Spiaggia di Pizzomunno (Vieste)
A sud del centro abitato di Vieste abbiamo fatto escursione nella spiaggia di Pizzomunno, famosa per il monolite alto oltre 20 metri.
La leggenda narra che nel periodo in cui la zona era abitata da pescatori che vivevano nelle capanne, vi erano un giovane di nome Pizzomunno e una ragazza di nome Cristalda. I due erano molto innamorati e ogni giorno il giovane Pizzomunno affrontava il mare per recarsi dalla sua amata, nel tragitto incontrava le sirene che lo ammaliavano coi loro canti e in cambio del suo amore gli avrebbero donato l'immortalità. Amore che Pizzomunno donava alla sua Cristalda. Una notte le sirene colte da gelosia aggredirono Cristalda e la trascinarono in alto mare. Pizzomunno rincorse invano la voce della sua amata. Il giorno dopo i pescatori della zona ritrovarono il giovane pietrificato nel monolite che oggi porta il suo nome. Varianti della leggenda narrano che il vero nome di Cristalda fosse Vesta, da qui il nome di Vieste.



Il giovane Pizzomunno si recava ogni giorno in spiaggia per andare in mare con la sua barca. Al largo, ammalianti sirene tentavano di sedurlo con i loro canti. L’uomo, fedele alla sua Cristalda, rifiutò più volte di divenire loro amante. Le sirene, gelose ed indispettite, decisero di punire il giovane uomo trascinando la sua amata Cristalda nelle profondità del mare, in modo da sottrarla a lui per sempre. Fu così che Pizzomunno fu pietrificato dal dolore e vide il suo corpo trasformarsi nel monolite che, ancora oggi, i visitatori di Vieste possono ammirare dalla piccola spiaggia che ne porta il nome. Morale? Non lasciate scappare le opportunità che la vita vi offre, altrimenti le opportunità stesse si ritorceranno contro di voi 🙈😄💜 #mygarganoexperience #puglia #weareinpuglia #igerspuglia #putaseagullonit
Una foto pubblicata da Ruggero Falone (@ruggero_falone) in data:



Trabucco Mimì 
Uno dei posti più affascinanti della costa del Gargano è il Trabucco Mimì situato a Peschici.
Secondo studi di storici il Trabucco Mimì fu uno dei primi nell'adriatico e l'idea esportata nella più celebre costa dei Trabocchi in Abruzzo.
Ad ereditare la macchina da pesca dalla sua famiglia è Mimì di ritorno dal Canada, che con la moglie iniziò a servire prima bevande rinfrescanti e poi darsi alla ristorazione, vista l'enorme richiesta e curiosità dei suoi avventori.
Oggi la cucina è affidata a suo figlio Carlo, e i piatti preparati sono eccellenti. Noi abbiamo cenato qui, pesce fresco e sapori unici.



Sintesi perfetta del mio weekend in Gargano è questo piccolo video, ci sono anche io naturalmente, che raccolgo peperoni, spadello olive dolci e suono il tamburello con i cantori di Carpino.


Lasciatevi ispirare per un weekend nel Gargano in Autunno coi nostri scatti su Instagram, il tag è uno solo: #MyGarganoExperience.

Gargano, ottobre 2015