martedì 18 luglio 2017

100orenelPiceno, dal PicenumTour alla MangialongaPicena





100 ore equivalgono a 6.000 minuti che nell'arco della loro durata vedono scorrere 4 albe alternate a 4 tramonti, e kilometri, tanti kilometri, quelli che inizio a ripercorrere nel mio tragitto tutto Piceno all'interno delle 100 ore, trascorse in questo piccolo, ma immenso territorio marchigiano.



#100oreNelPiceno è un'iniziativa targata Picenum Tour che ha come scopo la promozione e la valorizzazione della provincia di Ascoli Piceno. 
Un territorio, quello Piceno, denso di storia, i Piceni che lo abitarono dal IX al III sec. a.C. vi giunsero dalla Sabina accompagnati da un totem, il Picchio Verde, oggi stemma della Regione Marche. Parliamo di tempi antecedenti all'epoca romana, quelli che per gli ascolani sono i tempi in cui "quando Ascoli era Ascoli a Roma c'erano solo pascoli". Sembra quasi uno sfottò ad alto grado di goliarda, ma sta a descrivere un territorio antico, custode di cultura, tradizioni ed arte, molto più di quello che si possa immaginare. Non dimentichiamoci che siamo nelle Marche, l'unica regione italiana ad aver attraversato tutti, e sottolineo tutti i momenti artistici italiani. 
Un territorio che va dal Vettore, la più alta cima marchigiana passando per le dolci colline di Offida e Ripatransone, per poi tuffarsi nell'assolata riviera adriatica.

Le mie 100 ore sono racchiuse tra la bella Ascoli Piceno, i territori di Offida e Ripatransone, e le località di Grottammare e San Benedetto del Tronto

Come si descrive un territorio in 100 ore? Parlando (anche) delle sue sue peculiarità, di ciò che lo caratterizza e lo differenzia da altri territori. Punti cardine sono la valorizzazione delle eccellenze prodotte dalla terra e la loro successiva trasformazione ottenendo prodotti unici e patrimonio oramai nazionale, un esempio, anzi tre, l'Oliva Ascolana, i semi di Anice Verde di Castignano, e le uve della DOCG di Offida, di cui parlerò in seguito.


ASCOLI PICENO

Piazza del Popolo, Ascoli Piceno

Parlare di Ascoli Piceno equivale a parlare della più bella città de Le Marche, il centro storico più esteso che troviamo nella regione plasmato dalla sua pietra simbolo, il Travertino, che ritroviamo in un capolavoro rinascimentale che è Piazza del Popolo, definita salotto d'Italia, nonché una delle più belle Piazze d'Italia. Uno degli edifici più importanti della piazza e che ha segnato la storia moderna della città è il celebre Caffè Meletti.



Caffè Meletti
Quasi un'emozione varcare il portico ad arcate dello storico Caffè, immaginare tutte le storie custodite al suo interno e di come si sia reso testimone di avventori del calibro di Hemingway, magari lo stesso scrittore americano avrà messo nero su bianco alcune righe de "Il vecchio e il mare" proprio mentre sorseggiava un caffè al Meletti. Il caffè storico, come tutti ben sanno, prende il nome da Silvio Meletti produttore di liquori, tra cui la celebre Anisetta Meletti. Egli acquistò in un'asta il locale dove ora sorge il caffè, inaugurato poi nel 1907. Con gli interni in puro stile liberty, dopo una serie di restauri durati anni, il caffè è stato riconsegnato alla città.
Facciata color rosa in stile liberty del Caffè Meletti 

Interni del Caffè Meletti
Ho avuto il piacere di pranzare al primo piano del caffè e di gustare la prelibata cucina dello Chef Roberto Di Sante. Una cucina delicata al gusto ma intensa negli aromi del lampone nella marinata della marchigiana, da restare senza parole nel caviale di rosmarino aggiunto all'essenziale di carciofo, e da goduria quasi peccaminosa nella sontuosa calamarata in camicia.
Menù:
- Battuta di Marchigiana leggermente marinata al lampone, pesto di nocciole del Piemonte, sfoglia croccante e misticanza fresca di campo
- Essenziale al carciofo, caviale di rosmarino, patata e Moretta fanese
- Calamarata in camicia, fondo si asparagi, pecorino, estratto di prezzemolo e guanciale croccante
- Frutti e cioccolato a colori


Calamarata in camicia, fondo di asparagi, pecorino, estratto di prezzemolo e guanciale croccante.

Battuta di marchigiana leggermente marinata al lampone, pesto di nocciole del Piemonte, sfoglia croccante e misticanza fresca di campo.

Vista dalla terrazza del Caffè Meletti su Piazza del Popolo. 

Quasi sacro il rito dell'Anisetta con la mosca che s'accompagna con il caffè dopo pranzo, servito sui tavolini rotondi con impressa l'inconfondibile scritta "Meletti".

Caffè ed Anisetta con la mosca.


Caffè ed Anisetta Meletti con la mosca.

Anisetta Meletti.











Il Caffè Meletti sarà uno dei protagonisti di un evento della Picenum Tour legato al territorio, la Mangialonga Picena, il 23 luglio presso Paolini &Stanford Winery di Offida con il "Maialino nostrano alle erbe officinali, mirtillo nero al sentore di Anisetta Meletti e prosciutto di Norcia".
La Mangialonga è una passeggiata enogastronomica tra i vigneti della docg Offida della lunghezza di 6,5 km, con partenza e arrivo nella città di Offida, in tutto 10 soste in cui in ciascuna di esse gustare piatti di Chef del Piceno da abbinare ad ottimi vini, sempre del Piceno.


Restando in Piazza del Popolo altri edifici degni di nota sono il Palazzo dei Capitani del Popolo, proprio adiacente al Caffè Meletti con la sua torre medievale.

Palazzo dei Capitani del Popolo
Vista su Palazzo dei Capitani del Popolo

Da Piazza del Popolo ci spostiamo verso Piazza Arengo, la piazza più antica di Ascoli Piceno, Arengo perché nel medioevo era il luogo in cui si dava voce alla piazza, agli arenghi. Qui si riunivano le assemblee cittadine per deliberare.
Luogo culto della città è il Duomo di Sant'Emidio, dedicato al patrono della città Sant'Emidio, di forte impatto la cripta al suo interno che custodisce le reliquie del santo.

Vista del Duomo di Sant'Emidio in Piazza Arringo
Cripta di Sant'Emidio


Palazzo dell'Arengo
Battistero di San Giovanni
Di Ascoli Piceno tutti conosciamo l'Anisetta e le Olive ascolane, ma c'è una pietanza che non tutti conoscono, io stesso non la conoscevo, la Cacciannanze. Risale ad un'epoca in cui il pane era punto cardine e imprescindibile dell'alimentazione e veniva cotto nei forni a legna. Per verificare la giusta temperatura del forno, prima di infornare il pane si infornavano delle focacce preparate con la stessa pasta lievita del pane, si tiravano fuori dal forno prima, dal dialetto marchigiano, cacciate innanzi, da cui deriva il termine cacciannanze.
E' un prodotto da forno molto semplice, ma molto saporito, condito con olio, sale e rosmarino.
Per delle Cacciannanze ottime ad Ascoli c'è Ozio.



Ozio

L'ozio, il dolce far niente dopo una giornata di lavoro o il modo di vivere come lo intendevano gli antichi greci. Per Seneca invece era il votarsi ad una vita ritirata per evitare un altro tipo di vita, quella corrotta. Per Lella Palumbi l'ozio è la gratificazione, il meritato riposo dopo il duro lavoro, gli studenti ascolani che presentano al bancone del suo "Ozio" un 30 e lode impresso sul proprio libretto universitario potranno godere dell'ottima Anisetta e storie e chicche della città come solo lei sa raccontarle.
Oziare è bello, ma dopo il duro lavoro è ancor più bello, se poi con delle ottime cacciannanze ancora meglio. Ozio ne propone in diversi gusti, la "Caterina" come il nome di una delle prime osterie ascolane, farcita con della mortadella, o la "Papò", che porta il nome dell'ultima osteria ascolana a chiudere in città, farcita con bresaola di tonno affumicato, olive tagiasche e insalata di finocchi e arance.

Interno di Ozio ad Ascoli Piceno.


Altra prelibatezza ascolana da degustare da Ozio, o in altri locali della città è l'Anisetta Rosati.
Nasce come digestivo nel laboratorio farmaceutico del Cav. Rosati di Ascoli Piceno nella seconda metà dell'ottocento, e ciò che la rende unica è un elemento d'eccellenza del territorio piceno, i semi d'anice verde di Castignano, riconosciuti come i più buoni, e il profumo e il gusto dell'Anisetta Rosati non mentono, un'aroma unico di freschezza.

Anisetta Rosati da Ozio ad Ascoli Piceno.

Un posto in cui cenare ad Ascoli è il Desco.



Il Desco

In un antico palazzo nobile nel cuore di Ascoli Piceno troviamo il Desco, un ambiente elegante e accogliente dal look shabby chic con una cucina tradizionale capitanata dal giovane chef Riccarco Lupi. Da provare le ottime olive ascolane, tra le più buone mangiate in città e da ammirare la loro scala interna completamente ricoperta da bottiglie di vino.

Menù:
- Frittino ascolano
- Paccheri con carciofi e pecorino
- Brasato di guancia di vitello
- Millefoglie

Scala interna del ristorante Il Desco ad Ascoli Piceno.



Dove alloggiare ad Ascoli Piceno? Se si vuole rimanere nel centro storico, a meno di un minuto a piedi da Piazza del Popolo la soluzione ideale e di alta classe è il Di Sabatino Resort.


Di Sabatino Resort

Un posto accogliente in cui è facile sentirsi ospiti e non clienti, coccolati in un ambiente di relax e buongusto. Ben ventuno suites dotate di ogni confort, angolo cucina e stanze molto spaziose, con tutte le moderne tecnologie per il risparmio energetico.
Se scegliete una delle suites all'ultimo piano avrete la possibilità di affacciarvi dal terrazzo e scorgere i tetti di Ascoli Piceno. Se scegliete di pernottare presso il Di Sabatino Resort e menzionate le #100orenelPiceno avrete diritto al 10% di sconto, un motivo in più per scoprire il Piceno.

Terrazzo dall'ultimo piano del Di Sabatino Resort con vista su Ascoli Piceno


Tenuta Cocci Grifoni

Un calice di Passerina Spumantizzata nella Tenuta Cocci Grifoni



























"Sono solo due le cose che dobbiamo lasciare in eredità ai nostri figli, 
      le radici e le ali"

Le storie che nascono dalla terra hanno un sapore genuino, grondano di passione, quasi quanto il sudore che gronda dalla fronte, perché la terra è arida e la sua lavorazione richiede forza, tenacia e sudore, tanto sudore. 
Le storie che nascono dalla terra sono come i ceppi della vite, attecchiscono nel terreno, si radicano in esso e i frutti profumano di aromi e degli umori della terra stessa.  
Le storie che nascono dalla terra sono di tutti coloro che l'hanno coltivata, l'hanno ascoltata, le hanno dato voce e l'hanno rispettata.











C'è chi la terra la coltivava, la ascoltava e le ha dato voce quando in cuor suo sapeva che doveva restituire quello che la sua terra, il Piceno, aveva prodotto e poi negli anni dimenticato.
Sapeva che il sapore della sua terra era molto di più di quello che potevano conferire i vini rossi corposi per la quale era conosciuta, sapeva che doveva restituirle un antico vitigno autoctono italico a quei tempi scomparso da molti anni, il Pecorino.
Questa è la storia di Guido Cocci Grifoni, che nel 1982 sente che il Piceno deve riappropriarsi di ciò che aveva trascurato e vestire di fasti un'idea, un sogno.

Inizia così una sperimentazione con alcuni tralci selvatici rinvenuti in una vecchia vigna di montagna di Arquata del Tronto, nel cuore dei Sibillini. L'anno successivo dopo aver fatto selezione dei cloni più idonei inizia l'impianto del vigneto, il resto è storia contemporanea, la storia di chi ha messo cuore e anima nel salvare un patrimonio tutto italiano, rendendo il vino Pecorino apprezzato a livello mondiale e simbolo di un territorio.

Nel 1990 nasce il vino Pecorino che nel 2001 ottiene la Doc Offida e  dieci anni dopo la Docg Offida entrando a pieno merito tra i vini d'eccellenza italiani.
Paola Cocci Grifoni è la quarta generazione della famiglia Cocci Grifoni, enologa, una delle prime in Italia, voce narrante del suo territorio. Per Paola il prodotto della sua terra è un concentrato olfattivo e sensoriale denso di ricordi ed affetti, quando parla della sua terra alterna svariate volte la parola "papà" a "vino", perché non si può essere custodi della terra senza essere custodi delle proprie radici, le stesse radici che ti danno le ali.
Paola Cocci Grifoni





Felicia Sangermano 


Le nostre 100 ore non potevano non far tappa in questo microcosmo, detentore della vera essenza del territorio.
A completare il racconto di un territorio che vive di natura e respira la campagna picena, il pranzo a cura dello Chef Andrea Mosca del ristorante Marili di Grottammare. Una cucina delicata, fatta di ingredienti semplici, ma severamente selezionati.

Menù:
- Finger food di parmigiana di melanzane e Patata street food
- Prosciutto cotto fatto in casa, chutney di mela e cipolla
- Cremoso di lattuga del giorno prima
- Riso Carnaroli, cipollotto, piselli e pollo 
- Tenero di manzo, erbe di campo e ciliegia 
- Fragola, fior di sambuco e yogurt

Tavolata in Tenuta Cocci Grifoni con pranzo a cura dello Chef Andrea Mosca del Marili di Grottammare 

Prosciutto cotto fatto in casa, chutney di mela e cipolla.
Tenero di manzo, erbe di campo e ciliegia con Rosso Piceno Superiore Doc Tenuta Cocci Grifoni.

Tenuta Cocci Grifoni sarà protagonista il 23 luglio di un evento della Picenum Tour legato al territorio, la Mangialonga Picena.
La tenuta sarà la seconda sosta, in cui sarà possibile gustare "L'insalata, acciughe, limone ed erbe aromatiche" dello chef Nikita Sergeev del ristorante L'Arcade, e il "Polpo cotto nella sua acqua, fagiolini, e gelato di cipolla rossa" del ristorante "L'Attico sul mare" di Grottammare (di cui parlerò in seguito). Naturalmente i vini saranno Cocci Grifoni.


































Antico Molino Santa Chiara


Amedeo Castelli e una foto di sua nonna Luigi Tosti.




























Ci sono poi le storie di chi ritorna alle proprie origini, alle proprie radici, le stesse radici che avevano fornito un paio d' ali ad Amedeo Castelli e lo avevano lanciato in un ruolo di alto livello in un'azienda marchigiana quotata a livello mondiale.
Ma le ali a volte ti riportano a casa, e quella che era stata una vita intera per Luigi Agostini, nonno materno di Amedeo, ovvero il Molino Santa Chiara, per Amedeo diventa un'idea fissa, un sogno.
Il sogno di rimettere in moto il vecchio mulino di famiglia e tornare a produrre le farine proprio come facevano i suoi nonni.
La testardaggine e l'obiettivo di una nuova sfida lo portano ad impiegare i risparmi di una vita per restaurare le vecchie macine per produrre farine macinate a pietra.
Oggi il Molino Santa Chiara produce farine prive di raffinazione industriale, farina di grano tenero, semola di grano duro, farina di ceci, mais, miglio e grano saraceno. Fino a qualche tempo fa la setacciatura avveniva a mano con un semplice setaccio, solo ultimamente con una macchina setacciatrice, per il resto tutto prodotto come faceva suo nonno. Grani a km 0, grani d'eccellenza come il "Solina" abruzzese e il "Senatore Cappelli".

Amedeo Castelli e la farina di grano tenero appena macnata

Biscotti di farina di farro macinata a pietra con semi di Anice Verde di Castignao.









GROTTAMMARE

Con il suo litorale fatto di sabbia finissima e acque limpide, Grottammare è una delle prestigiose località nella Riviera delle Palme.
La parte alta del paese che domina il mare è un prezioso scrigno medievale, passeggiando per le sue vie si assapora il dolce amaro odore degli aranceti, e la visuale di un borgo che accoglie nella sua intimità.








Attico sul mare


Uno dei posti più sognanti e d'impatto nelle 100 ore nel Piceno è proprio a Grottammare, a due passi dal mare, per poterlo ammirare e per poterne sentire il fragore delle onde che impattano sul bagnasciuga, e a due passi dalla parte alta della città, basterà salire sull'attico per avere l'imbarazzo dello "sguardo".
Prodotti a km 0 per l'Attico sul Mare , con un menù che profuma di Adriatico e porta dietro tutta la classe di Simone, che con amore e immensa cura gestisce il suo Attico sul Mare.
                                                              
 Menù:
- Gallinella marinata all'arancio biondo del Piceno
- Foie gras di merluzzo, tartufo nero e gelatina di Campari
-  Antipasto di Polpo cotto nella sua acqua, fagiolini verdi e gelato di cipolla rossa
- Ricciola scottata, cicorietta alle alici e brodo di tonno nostrano affumicato
- "Ricordo" del Brodetto alla Sanbenedettese
- Spaghetti senatore Cappelli Regina dei Sibillini con cazole, colatura di alici e croccante di merluzzo
- Rombo selvatico, carciofi e menta
- Sorbetto di sedano e lime con insalata di frutta, verdura e centrifugato di melone e carote


Il piatto che maggiormente ho apprezzato è stato "Ricciola scottata, cicorietta alle alici e brodo di tonno nostrano affumicato", un piatto pieno di contrasti ma tutti perfettamente amalgamati, presentato in maniera impeccabile.



Gallinella marinata all'arancio biondo del Piceno

Foie gras di merluzzo, tartufo nero e gelatina di Campari




Antipasto di Polpo cotto nella sua acqua, fagiolini verdi e gelato di cipolla rossa
Ricciola scottata, cicorietta alle alici e brodo di tonno nostrano affumicato

Sorbetto di sedano e lime con insalata di frutta, verdura e centrifugato di melone e carote

Il "Polpo cotto nella sua acqua, fagiolini verdi e gelato di cipolla rossa" sarà uno dei piatti protagonisti della Mangialonga Picena, il 23 luglio nella splendida cornice della Tenuta Cocci Grifoni.
Da non perdere.


PORTO DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO




Il primo porto peschereccio nelle Marche è quello di San Benedetto del Tronto.
Una terra che vive di natura e che nella propria tavola coniuga un perfetto mix di sapori mediterranei e uno di questi è il pescato dell'adriatico. Buona parte reperibile nel mercato del pesce di San Benedetto.
I mercati del pesce son da sempre fonte d'ispirazione per fotografi o per chi racconta la vita di una città di mare, naturalmente sono rifornimento per gli ottimi ristoranti locali.





La Croisette



Le cene al tramonto in riva al mare sono piena essenza della calda stagione, sinonimo di rilassatezza e complicità. 
La Croisette a San Benedetto del Tronto è tutto ciò, nasce come stabilimento balneare e nel tempo è diventato eccellenza nel campo della ristorazione, vincitore di una delle puntate del programma televisivo "I quattro Ristoranti" di Alessandro Borghese.
Elegante e sofisticato, ma al tempo stesso svago puro nella mia sfida di Campari col simpaticissimo Andrea Conti, titolare dello stabilimento, ma questa è un'altra storia.
In cucina troviamo Andrea Romani, alias Gnagno, chef sanbenedettese che col suo estro e il suo eclettismo reinterpreta nella sua personale versione 2.0, al cucchiaio, uno dei piatti cardine della tradizione di San Benedetto, il brodetto, l'antico pasto dei marinai. Pesce palombo, razza, seppia, pesce prete, rana pescatrice, tracina, pesce ragno e mazzolina, abbinati con verdure e condimenti che contraddistinguono il brodetto tipico di San Benedetto, ovvero, il pomodoro verde e l'aceto di vino bianco.


Menu:
- Tonno in tempura con crema di melanzane in saor
- Carpaccio di tonno
- Capasanta, caponata e pinoli
- Ceppi Regina dei Sibillini, vongole, cazole, asparagi e zafferano
- Brodetto 2.0
- Gelatini Home Made

Carpaccio di tonno, pomodorini confit e stracciatella

Brodetto 2.0




Andrea Gnagno sarà uno dei protagonisti della Mangialonga Picena del 23 luglio, nel terzo stop presso i Calanchi di Ripatransone con lo " Sgombro in carrozza in pesto di rucola e crema di peperone rosso alla scapece".
Se invece volete vederlo mentre prepara il Brodetto 2.0 cliccate su play!




Degusteria del Gigante

Immaginate un pomeriggio di fine primavera tra le verdi colline ascolane nell'azienda vinicola Velenosi e di partecipare ad una lezione di cucina in cui i piatti da preparare sono le olive all'ascolana, i cremini fritti e il taccù con potacchio di sgombro.
Immaginate che ad insegnarvi tutti i trucchi e i passaggi delle varie lavorazioni sia un'allieva di Niko Romito e Ambasciatrice del Gusto presso l'Accademia Maestro Martino di Carlo Cracco
Sto parlando di Sabrina Tuzi, genio, garbo, pacatezza, gusto e conoscenza, tanta conoscenza. 
La conoscenza della terra e dei suoi frutti che adopera in maniera creativa nella Degusteria del Gigante a San Benedetto del Tronto dove ha trovato il perfetto partner in crime in Sigismondo Gaetani, estroso ristoratore addetto alla perpetua ricerca degli ottimi ingredienti che la sua terra possa offrirgli.
Le verdure servite nella Degusteria arrivano dagli orti dei genitori di Sabrina e Sigismondo, molti sono il frutto di una selezione certosina di sementa di varietà sconosciute ai più, prodotti a Km 0 garantito.
Piatto forte della Degusteria del Gigante è il "maialino all'anice verde e crema di mela rosa", gustato con gli ottimi vini di casa Velenosi.

Maialino all'anice verde e mela rosa (foto di Sigismondo Gaetani)

Anche Sabrina Tuzi sarà protagonista della Mangialonga Picena il 23 luglio con la "Zuppetta di frutta fresca, spuma al basilico e meringa al pomodoro" nella tappa numero 9 presso lo showroom Ciù Ciù nel centro di Offida.




OFFIDA





Uno dei borghi più belli d'Italia, Offida ultima tappa delle 100 ore nel Piceno.
La sua etimologia è avvolta nel mistero forse di origine greca, da Ophis, serpente, forse romana, da Oppidum, città fortificata, o forse l'unione di due radici di origine indoeuropea Oph -ricco- e Ida -colle-.
Allo stesso modo, l'origine della città è avvolta nel mistero, sta di fatto che gli ascolani in fuga dai longobardi fondarono diversi castelli nel territorio piceno, inclusa Offida.
Di notevole interesse è il Palazzo comunale, col suo portico a sette arcate risalente al XIV secolo, sopraelevato poi nel secolo successivo con una loggetta a quattordici arcate. Al suo interno troviamo la Pinacoteca e una piccola perla, il Teatro Serpente Aureo.
Il Teatro Serpente Aureo è un piccolo gioiello d'arte barocca nel cuore di Offida, a forma di ferro di cavallo, non ha una sua facciata in quanto custodito all'interno del Palazzo comunale. Progettato nell'ultima versione dall'architetto Pietro Maggi, dispone di un'ottima acustica, utilizzato per manifestazioni culturali e per i Veglionissimi durante il Carnevale, ricorrenza molto sentita dagli offidani.

Le sette arcate del portico del Palazzo Comunale




Interno del Teatro Serpente Aureo


Camminando per il centro abitato di Offida si giunge presso la chiesa di Santa Maria della Rocca, posta sul cucuzzolo circondata da dirupi che si aprono su due vallate.
La facciata che vediamo giungendo dal centro abitato non è la facciata frontale, bensì quella posteriore, da essa si accede alla cripta, al cui interno troviamo dei dipinti attribuiti al "Maestro di Offida".
Al piano superiore troviamo la chiesa che da sulla facciata frontale, immensa per la sua bellezza e per gli affreschi in essa custoditi.














Osteria Ophis




Reinventare la tradizione restando saldamente ancorati ai sapori originali della propria terra, questa è la sfida di Daniele Citeroni di Osteria Ophis.
Siamo ad Offida all'interno delle ex stalle di Palazzo Alessandrini, quattro secoli di storia percepibili nelle volte a botte e nelle grotte. Una semplice cipolla cotta al sale diventa un piatto gourmet cosí come la coratella, dei fagioli in budino con gelatina di peperoni proposti come finger food, e il tripudio di sapori del Cannellone al cucchiaio.

Il vero capolavoro è la rivisitazione del funghetto offidano, un dolce povero a base di acqua, zucchero, farina e semi di Anice di Castignano che Daniele fa rivivere nel suo "...Come un funghetto Offidano", da rompere col cucchiaio per sprigionare tutto l'intenso aroma dei semi di Anice Verde di Castignano.



Menu:
- Fagioli in budino con gelatina di peperoni
- La cipolla
- Uovo e coratella
- Cannelloni al cucchiaio
- ... Come un funghetto offidano

fagioli in budino con gelatina di peperoni

Uovo e coratella

La Cipolla

Cannelloni al cucchiaio

... Come un funghetto offidano

"I cannelloni al cucchiaio" di Daniele Citeroni saranno protagonisti della Mangialonga Picena nella tappa numero 4 presso l'Azienda Agribiologica Aurora di Offida.



Vi'/Stro'

A pochi passi da Ophis troviamo un altro locale degno di nota nella piccola Offida, sto parlando di Vi'/Stro'. Un menù fortemente legato al territorio, con chichì ripieno, fritto ascolano, zuppe, panini ripieni di polpette, salumi e formaggi del territorio.
Marchio di fabbrica della casa sono gli ottimi Hamburger Gourmet creati dallo chef Daniele Citeroni dell'Osteria Ophis, e chicca delle chicche un'ottima salsa di accompagnamento a base di mela rosa dei Sibillini, varietà antichissima di mela, oggi uno presidio Slow Food marchigiano.

Menù:
- Tagliere di salumi e formaggi
- Scarpette ripiene (puccia salentina ripiena di polpette al sugo e variante vegetariana con verdure di stagione
- Chichì ripieno
- Hamburger gourmet 








Fior di Farina

Non me ne vogliano gli ascolani quelli più integralisti, ma le olive all'ascolana, tra le più buone mangiate, le ho trovate al civico 6A di via Roma ad Offida, da Fior di Farina.
La disponibilità e l'amore per la cucina di Sonia Darini, titolare di Fior Farina, percepibile nella cura dei dettagli e nell'ottimo sapore dei manicaretti che prepara ogni giorno con tanta passione.
Da provare assieme alle olive all'ascolana il Chichì Ripieno, una focaccia tipica di Offida, fatta con impasto di pane e farcita con tonno, olive verdi, carciofini sott'olio, acciughe e peperoni rossi e gialli sott'aceto.
E' una ricetta molto antica che vanta anche una sagra dedicata nel mese di agosto.
Fior di Farina sarà protagonista della Mangialonga Picena nell'ultima delle dieci tappe, quelle delle "Eccellenze Picene", in Piazza del Popolo ad Offida, dove sarà possibile gustare il celebre Funghetto offidano, di cui ho parlato poco fa.





Nascondiglio di Bacco

Il profumo del grano da cogliere nell'aria e le distese verdi all'orizzonte. Tutti dovremmo avere una vita vista Marche 
Il Nascondiglio di Bacco ad Offida, secondo stop e nostro rifugio nelle nostre 100 ore nel Piceno. 
Una casa mezzadrile del 1500 completamente ristrutturata, all'interno della Paolini&Stanford Winery, produttori di vini d'eccellenza da vitigni autoctoni ed internazionali. Lavorare costantemente il vigneto così da ridurre gli interventi in cantina, questo il loro motto.
Vigneti, uve e cantina certificate biologiche, pratica di chi convive con la natura non opponendosi ad essa. 
La natura e le Marche, binomio perfetto.
Le cacciannanze in foto sono quelle di Lella Palumbi di Ozio. Io vi consiglio la Papò, ma ve ne ho già parlato prima.
Paolini&Stanford Winery sarà la sesta sosta della Mangialonga Picena, gli ottimi vini della cantina saranno perfetto abbinamento di un piatto d'eccezione della cucina del Caffè Meletti di Ascoli.















Le mie 100 ore nel Piceno sono concluse, torneranno a rivivere domenica 23 luglio, quando raggiungerò di nuovo i miei amici della Picenum Tour per partecipare alla Mangialonga Picena 2017.
Fatevi ispirare dai miei compagni di viaggio Silvia, Licia, MariaChiara, Annalisa, Serena, Adele, Emily e Luca per un'esperienza picena seguendo il tag #100orenelPiceno su Instagram.